Dimensione della font, Lunghezza delle righe, spazi e vuoti, sono dati che incidono sulla buona leggibilità: i nostri occhi che leggono non seguono una linearità ma si muovono per salti, e solo con determinate condizioni questo processo può avvenire facilmente.
La riga di testo dovrebbe avere una lunghezza fra 43 e 73 caratteri includendo anche gli spazi.
Per quale motivo dovremmo limitare la lunghezza di una riga? Il motivo è che noi non leggiamo ogni singola lettera di una parola né ogni parola di una frase. Il processo di lettura non è lineare: alterna momenti in cui l’occhio si ferma e rimane concentrato su un punto particolare ad altri in cui l’occhio compie salti rapidi. Attraverso la loro combinazione il nostro cervello cerca di “indovinare” le parole. Una riga troppo lunga o troppo breve ostacola questo processo e rallenta la lettura.
Lo spazio bianco non è spazio perso.
È diretto corollario della lunghezza delle righe. Se la riga ha una lunghezza limitata è molto probabile che ai lati del testo rimanga dello spazio bianco. Lo spazio bianco è fondamentale, per più ragioni:
- facilita la leggibilità dei contenuti
- guida l’occhio verso il contenuto
- crea un ordine visivo
- trasmette consapevolezza ed eleganza.
Dimensioni del carattere
Il testo principale di una pagina, il cosiddetto body copy, dovrebbe avere una dimensione di 14-16px.
16 pixel è la dimensione del testo che i browser mostrano per default. È il valore che permette su monitor una leggibilità pari a quella della gran parte dei libri. Questo valore è legato anche alla lunghezza delle righe: una font troppo piccola fa aumentare la lunghezza della riga; uno troppo grande la riduce. La chiave è quindi trovare il giusto equilibrio tra grandezza della font e lunghezza della riga.
Bisogna tenere conto del fatto che, a parità di misura, le font con maggiore altezza della x (come ad esempio il Verdana) appaiono più grandi; mentre quelli con minore altezza della x (come il Georgia) appaiono più piccoli.
Le obiezioni tipiche contro queste linee guida sono che:
- un testo più piccolo evita lo scroll
- testi più piccoli permettono di avere pagine più ricche di contenuto
- l’utente può sempre aumentare la dimensione del testo con lo zoom del browser.
Tutte queste obiezioni sono inesatte:
- lo scroll non è un problema, è un comportamento naturale sul web, a maggior ragione sui dispositivi mobili
- un testo troppo fitto, oltre a essere meno leggibile, produce stress e riduce la credibilità del sito o app
- la gran parte delle persone ignora la funzione di zoom del browser.
Interlinea
L’interlinea raccomandata per i testi digitali è una volta e mezzo (150 %) la misura del carattere.
Questo significa che se il testo è di 18 px, l’interlinea dovrebbe essere intorno ai 24 px.
Un’interlinea troppo fitta interferisce con lo scanning del testo: l’occhio non riesce a mantenere il fuoco su una singola riga, e tende involontariamente a sconfinare sulla riga sottostante (o soprastante). Un’interlinea troppo alta, viceversa, rompe la continuità del testo: le righe iniziano a fluttuare e la scansione verticale diventa più difficile.
Font
Uno studio sulla leggibilità a schermo condotto dalla Adobe ha rilevato che non esiste una font più leggibile in assoluto (la leggibilità è stata misurata attraverso la velocità di lettura – parole per minuto). Una stessa font si è dimostrata molto leggibile per alcuni utenti e molto meno per altri. A incidere sono soprattutto fattori come l’età, l’abitudine, il tipo di lettura, e così via. Lo studio è sintetizzato da Jakob Nielsen nel suo articolo Best Font for Online Reading: No Single Answer.
Leggiamo o non leggiamo sul web?
Jakob Nielsen, in un articolo del 1997, decretava che su web non leggiamo. Altri studiosi e professionisti, viceversa, sottolineano che sul web si legge e anche abbondantemente. Lo prova la grande quantità di ebook letti anche su smartphone.
Dunque, leggiamo o non leggiamo su schermo? Entrambe le affermazioni sono vere: quella che sul web (e non solo) non leggiamo; e quella che perfino su piccoli schermi possiamo immergerci in letture profonde di contenuti complessi. In prima battuta, il nostro approccio a un testo è lo scanning. Ma nel momento in cui qualcosa attira la nostra attenzione o intercetta il nostro bisogno, allora possiamo immergerci in una lettura profonda. Ecco perché un testo deve favorire entrambe le modalità di lettura.
Stefano Alesiani