Il recente conflitto tra la Russia e l’Ucraina riguarda indirettamente l’intero pianeta a causa delle inevitabili conseguenze politiche, economiche e sociali. 

Nelle dinamiche di questa guerra emerge la cyber war, l’uso di computer e di reti per attaccare (o difendersi) nel cyber spazio.

La terza rivoluzione industriale (o postindustriale) ha portato in dote la cyber war, che ricorda la guerra elettronica della seconda risoluzione industriale. Possiede aspetti tecnici e operativi sia offensivi ma anche difensivi e viene utilizzata tanto in tempo di pace quanto nel corso di conflitti armati.

L’attacco cibernetico può utilizzare diverse tecniche per raggiungere vari obiettivi tra i quali:

  • L’intercettazione di dati
  • Il blocco delle reti di comunicazione
  • l’attacco di infrastrutture essenziali (rete delle telecomunicazioni commerciali e finanziarie, trasporti, elettricità).

In una prima fase questi attacchi cercano di superare i sistemi protettivi e quindi accedere nelle reti informatiche e nelle banche dati; effettuata la violazione delle protezioni, l’attacco si mostra nelle più svariate forme che vanno dalla diffusione di virus e worm, alla sottrazione di dati fino al semplice vandalismo di hacker individuali non organizzati. Il tutto con un unico scopo: neutralizzare reti, sistemi di controllo e di comunicazione.

Si può parlare di cyber warfare che esprime il concetto equivalente di “campo di battaglia digitale”, uno scenario che sposta la guerra tra stati dal piano reale a quello virtuale. Il termine “virtuale” però potrebbe trarre in inganno. Se pensiamo a tutto quello che ci circonda ci rendiamo conto che la nostra vita dipende sempre da qualche strumento digitale: dalla comunicazione alla sanità, dalla produzione di energia ai trasporti, dal lavoro allo svago.

L’attacco a infrastrutture digitali e, di conseguenza, il loro malfunzionamento, significa in qualche modo attaccare la nostra vita reale, un attacco simile ad un attacco terroristico. Quindi è chiaro perché la guerra si stia trasferendo anche su questo piano e crea scenari che richiedono l’attenzione di tutti e misure precise ed adeguate di protezione.

Le guerre da sempre riflettono cambiamenti storici, trasformazioni culturali e tecnologiche. Il conflitto tra stati ha raggiunto una nuova frontiera che è  appunto la cyber warfare. Il nuovo campo di battaglia è la rete, ed i soldati che ci combattono si sono trasformati in hacker.

La cyber warfare include sia la difesa del cyberspazio che le azioni offensive che possono essere eseguite. Nello specifico per cyber warfare si intende:

  • Attacco a infrastrutture: attacchi contro sistemi informatici che gestiscono infrastrutture come sistemi idrici, energetici, sanitari, dei trasporti
  • Attacco ad apparecchiature: ha l’obiettivo di compromettere il funzionamento di sistemi di comunicazione come satelliti o computer
  • Guerriglia web: l’attacco consiste in rapidi atti vandalici contro server e pagine web, creando scompiglio e non veri e propri danni informatici
  • Cyberspionaggio: questa attività cerca di rubare informazioni sensibili, siano di carattere militare che aziendale e spesso hanno come obiettivo grandi compagnie nazionali

E’ fondamentale come strumento di difesa l’idea del cyber risk; l’idea di danni economici (rischi diretti) e di reputazione (rischi indiretti) deve portare alla consapevolezza che è necessario intraprendere strade precise per difendersi e per prevenire ogni forma di attacco informatico.

Quella che si sta consumando nel cyberspazio è una guerra silenziosa e che passa inosservata all’occhio dell’opinione pubblica, ma che dal punto di vista sociale e della vita di tutti i giorni potrebbe portare a conseguenze disastrose e difficilmente riparabili nel breve e medio periodo.

Valerio Terenzi – Resp. Area Tecnica Yuma comunicazione