Il Green Marketing è l’insieme delle attività e delle strategie messe in atto da un’azienda per contribuire a migliorare la propria sostenibilità ambientale, che, lo ricordiamo, è una delle tre declinazioni della sostenibilità, insieme a quella sociale ed economica.
C’è ancora chi lo considera, con poca lungimiranza, un “trend” per promuovere il marchio. Ma molte aziende usano il Green Marketing con convinzione ed etica, nell’ambito di una strategia davvero sostenibile. Ma attenzione al rischio del greenwashing.
Per essere accurato, il green marketing, non deve concentrarsi su un singolo prodotto/servizio, bensì sull’azienda che vuole intraprendere questo percorso. Questo processo, infatti, deve comprende una revisione completa dell’approccio che l’azienda deve avere sul suo contesto operativo e deve riguardare l’impegno ambientale in tutte le attività dell’azienda, sia interne che esterne. Un punto chiave del percorso che l’azienda vuole intraprendere, riguarda il marketing che deve essere coerente rispetto ai programmi di CSR (Corporate Social Responsibility) i quali non riguardano solo l’ecologia ma anche la qualità della vita, l’integrazione etc1. Si può dire che il green marketing sia una revisione della filosofia aziendale che prima vedeva come protagonisti il prodotto/servizio mentre ora mette al centro tematiche riguardanti la sostenibilità ambientale.
John Grant, esperto mondiale di green marketing e consulente indipendente che ha curato clienti come Ikea, e Lego, nel suo libro “Il green marketing manifesto” (2009) ha dichiarato che: “Il green marketing deve puntare a far sembrare normali i prodotti e servizi sostenibili, non a far sembrare sostenibili quelli normali” pertanto il punto focale della questione non riguarda soltanto la comunicazione ma anche il processo produttivo che deve essere rivisto per fare in modo che sia sostenibile. Per essere un’azienda green bisogna avere degli obiettivi ecologici: veri e certificabili.
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